Riportiamo parte di un articolo scritto da Laura Bacalini per la newsletter di Perigeo “In Fatti” del 2011 dove possiamo ritrovare il percorso che Perigeo sta seguendo in Etiopia con Padre Angelo e l’origine dei Cultural Focal Point..

La prima cosa che colpisce in lui (Padre Angelo Antolini, missionario cappuccino in Etiopia) è la sua grinta. Viso buono incorniciato dalla folta barba grigia, espressioni cordiali, statura robusta. Sembrerebbe un frate innocuo e invece è una vera forza della natura! Padre Angelo Antolini vive per l’Etiopia e per la sua gente, con il Vangelo nel cuore e la parola di Dio in ogni gesto. … Era nelle regioni del Wolayta, del Dawro Konta e del Kambatta quando ancora non c’erano strade per raggiungerle. ….

La prima missione nel 2006 ha dato avvio all’impegno di Perigeo in Etiopia. Padre Angelo ci ha accompagnati nel territorio dove viveva da oltre 30 anni e che aveva imparato a conoscere come il palmo della sua mano, compreso il cuore della gente. … “Qui c’è tanta povertà, è vero, ma la gente ha anche tanto bisogno di bellezza. Ha bisogno di sentir valorizzata la propria cultura, di sentirsi valorizzata” …. Valorizzare il patrimonio culturale unico di questi popoli, come opportunità di crescita e fattore essenziale per la promozione del loro sviluppo umano e sostenibile. Così è nato il progetto “Etiopia, tradizione e sviluppo”, che affianca iniziative finalizzate al miglioramento della vita dei soggetti beneficiari (in campo sanitario, dell’educazione, ecc.), ad una progettazione di tipo culturale per la tutela e promozione dei loro patrimoni culturali.

Da qui hanno avuto inizio le prime ricerche etnografiche, ma anche i primi interventi di sostegno umanitario, perché di fronte alla povertà di quelle regioni, i progetti a lungo termine non sono sufficienti: occorre l’azione immediata. Così la ricerca sui Faki del Wolayta pubblicata nel XV congresso dell’International Union of Prehistoric and Protohistoric Sciences, accanto agli interventi di sostegno alla out-clinic di oftalmologia di Suor Carla Ferretti nel Kambatta, il supporto agli orfani del St. Mary’s Hospital di Dubbo.

La vicinanza e la collaborazione col missionario cappuccino sono proseguite anche quando alla grinta di Padre Angelo è stata affidata la sfida dell’evangelizzazione e della presenza cattolica nell’Oromya, terra musulmana. Lo scenario in alcune aree di questa regione è quello drammatico dei territori di frontiera. Una frontiera, tanto virtuale quanto sanguinosa, tra il mondo cristiano appannaggio dell’etnia storicamente dominante degli Ahmara, e quello musulmano, maggioritario dell’etnia storicamente sottomessa degli Oromo. Anche qui si è lavorato insieme per il dialogo, la promozione della pace e della conoscenza reciproca. Anche qui sfruttando la cultura come strumento di peace-building a lungo termine affiancato da interventi umanitari immediati per la risposta alle esigenze più impellenti della popolazione. In linea con le linee d’azione di “Etiopia, Tradizione e Sviluppo” Perigeo e Padre Angelo hanno dato vita al Museo Etnografico Oromo nei locali della missione cattolica di Kofale. Lo stesso Museo che è diventato motore propulsore della rete internazionale di ”Musei Senza Frontiere”, per la promozione del peace-building e la valorizzazione dei patrimoni culturali dei popoli indigeni del mondo.

Un ponte di pace e di dialogo tramite cui si è voluto dare un segnale forte alla popolazione e alle autorità locali di rispetto e apertura. E il dialogo si è trovato. La popolazione locale – la maggioranza che risponde alla tradizionale visione moderata dell’Islam in queste aree, – ha apprezzato talmente il gesto da essere percepito come segno di amicizia e stima. Cerimonie e ringraziamenti ufficiali da parte delle autorità locali hanno dato seguito all’avvio di rapporti di collaborazione anche su altri settori più delicati – come permettere alle donne di frequentare le iniziative di women promotion promosse dalla missione, ed ai giovani di frequentare il centro sportivo che si trova nel compound cattolico. Anche le visite della popolazione locale e dei paesi limitrofi al Museo rappresentano un evento impensabile fino a qualche anno prima. Insieme, per il dialogo e la pace, abbiamo costruito le aule mancanti della scuola della missione per permettere ai ragazzi della zona di continuare i propri studi fino alla conclusione del ciclo formativo primario. Insieme li abbiamo fatti dialogare, attraverso uno scambio di disegni, con altri popoli indigeni del pianeta nel progetto “Amici dal Mondo” e insieme ci siamo addentrati sempre più nel cuore di questa regione per costruire un asilo a Dodola, dove le mamme hanno bisogno di aiuto. Insieme continueremo a progettare e realizzare ancora, al fianco di questi popoli, fin dove Padre Angelo arriverà a spingersi nella sua missione di prima evangelizzazione tra i popoli dell’Etiopia.

E così è stato, Padre Angelo è sempre fra la sua gente d’Etiopia e Perigeo continua il cammino con lui, nostra guida e portavoce della bellezza di queste popolazioni e delle sue “storie”.