Il Museo etnografico Oromo di Kofale rappresenta il primo esempio dell’iniziativa “Musei senza frontiere”, che prevede la realizzazione di alcuni poli museali volti alla tutela e alla valorizzazione dei patrimoni culturali e artistici del Corno d’Africa, con particolare riferimento ai contesti di maggiore tensione nella zona. Il progetto si basa sulla rete locale che l’associazione Perigeo ha creato in questi anni di lavoro sul campo nel Corno d’Africa, affidandosi ad una sperimentata strategia che punta a creare iniziative che vedano la gestione diretta dei partner locali delle attività.

Kofale si trova a poco meno di 300 km a Sud di Addis Abeba, ma ci voglio quasi 6 ore per arrivarci. Ha vissuto momenti tragici durante le sommosse del 2017 (BBC 18 April 2017: più di 600 morti nella regione) e tutt’ora, sotto la polvere, bruciano le braci della rivolta.

Il centro è luogo di incontro tra culture e religioni che abitano il territorio ed è a supporto del dialogo interreligioso (peacebuiliding) e intergenerazionale quale strumento di trasmissione della cultura orale locale. Attraverso il progetto “Musei senza Frontiere” è stata perfezionata l’attività didattica del già esistente “Museo Etnografico Oromo”, sono state apportate modifiche agli spazi espositivi ed è stata ampliata la collezione del museo.

Nell’ambito dello stesso progetto sono state implementate le relazioni con i gruppi etnici Irob e Kunama nella Regione del Tigray finalizzate alla nascita delle relative unità museali, mentre la raccolta del materiale etnografico è in continuo sviluppo grazie anche alla partecipazione della popolazione locale.